Riorganizzazione della Provincia: i sindacati ricorrono al Tar

TERAMO – Riorganizzazione del personale della Provincia: Cgil e Uil presentano un esposto al Tar e interrogano il Prefetto. “Abbiamo voluto lanciare un messaggio forte all’Ente – spiega Amedeo Marcattili della Funzione pubblica Cgil – perché finora le nostre richieste sono state ignorate, anzi: siamo stati presi in giro visto che la Provincia ci ha chiesto di sederci al tavolo delle trattative quando ormai i cambiamenti decisi erano già affissi all’Albo pretorio. Hanno voluto la rappresaglia e la avranno”. I sindacati sono sul piede di guerra e hanno basato il ricorso su un motivo fondamentale. “Sono state violate le norme sulla consultazione – afferma Antonio Di Giammartino della Uil  -: la legge infatti obbliga l’Ente a chiedere un parere al Cug, Comitato unico di garanzia, prima di prendere certi provvedimenti e questo non è stato fatto. Noi chiediamo alla Provincia di annullare quanto finora deliberato in merito alla rotazione dei dirigenti e allo spostamento ingiustificato di alcuni impiegati, il nostro sospetto è che si sia trattato di un’operazione fatta solo per compiacere una certa parte politica e quelli che io definirei dei collaborazionisti all’interno dell’Ente è assurdo che accada questo”. In particolare i sindacati sottolineano come 64 unità lavorative siano state spostate dagli uffici di competenza per entrare a far parte dello staff del Presidente e della Segreteria generale dell’Ente. “Tutto questo – aggiunge Marcattili – mentre mancano figure preziose come quella dei cantonieri: ce ne sono solo 4, come fanno a prendersi cura delle strade dissestate della provincia?”. Un altro tasto dolente, secondo i sindacati, riguarda le figure del Segretario e del vice segretario dell’Ente, per cui i sindacati hanno chiesto tramite il Prefetto un parere al ministero competente, per verificare l’esistenza di incompatibilità nei ruoli rivestiti, che renderebbero nulli gli atti approvati. I sindacati prendono di mira anche le 13 posizioni di “alte professionalità” recentemente individuate, a cui corrispondono maggiori compensi, circa 18 mila euro l’anno in più. “Siamo pronti a riaprire le trattative – conclude Marcattili – ma se non ci daranno retta non firmeremo gli atti, bloccando, di fatto, l’Ente. Non vogliamo arrivare a questo e precisiamo anche che se i lavoratori non stanno percependo delle somme dovute non è per colpa nostra: solo ieri infatti è stata organizzata la prima riunione sul fondo di produttività. Ci impegneremo per non far perdere ai lavoratori neanche un centesimo”.